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Dental Tribune Italian Edition

23 Italian Edition Anno VII n. 7+8 - Luglio-Agosto 2011 Comunicazione & Pazienti Clorexidina pura.* AMBIENTE INCONTAMINATO. *Concentrazione pari a 0,20% - 0,12%; Senza Alcool e Senza Anti-pigmentanti 1AddyM,SharifN,MoranJ.Anon-stainingchlorhexidinemouthwash?Probablynot:astudyinvitro,2004. 2Jones C G. Chlorhexidine: is it still the gold standard? In: Addy M, Moran JM, ed Toothpaste, Mouthrinse and Other Topical Remedies in Periodontics. Periodontal 2000 1997; 15: 79-83 3 Addy M. The use of antiseptics in periodontal therapy. In: Lindhe J, Karring T, Lang K, ed. Clinical Periodontology and Implant Dentistry, Chapter 22. Blackwell Munksgaard:Copenhagen. 2003; 464-493 4 Quirynen M et al. – Effect of different chlorhexidine formulations in mouthrinses. J. Clin. Perio. 2001; 28:1127-1136. Da30 annialleradicide l successo dei migl iori Senza aggiungere altro. La Clorexidina grazie al suo ampio spettro d’azione ed alla sua efficacia battericida è considerata il trattamento “Gold Standard“ nel controllo della placca batterica.1,2,3 Questa proprietà è attribuibile alla sua sostantività, dovuta alla struttura molecolare, che però è facilmente deteriorabile in caso di aggiunta di altre sostanze chimiche (un esempio è la contemporanea presenza di Fluoro e Solfati).4 Dentosan racchiude tutta l’efficacia della Clorexidina nei suoi trattamenti, riducendo al minimo la presenza di sostanze addizionali per preservarne al massimo l’integrità ed assicurare un’elevata azione disinfettante ed antisettica*. Per questo i prodotti Dentosan sono utilizzati e consigliati da oltre 30 anni da migliaia di Odontoiatri Italiani nei trattamenti antibatterici pre e post-operatori, in presenza di afte e stomatiti, nei trattamenti igienizzanti antiplacca e nella normalizzazione dei tessuti parodontali e gengivali irritati. ADV_Dentosan_mm210x297.eps 1 16/03/11 14:44 Il giusto modo di comunicare con il paziente Ogni dentista parla con i suoi pazienti, ma stabilire un dialogo vero è più complicato di quello che sembra. Spesso si scontrano due realtà, due modi di intende- re le cose, senza che vi sia una vera comprensione reciproca. “Parlare” non significa “dia- logare”, soprattutto nel caso dell’Odontoiatria, dove il pazien- te è incapace di rispondere e generalmente ha la bocca aperta piena di tubi. Per instaurare un dialogo vero e proprio bisogna tener conto di una serie di que- stioni che, per quanto semplici possano sembrare, sono molto importanti. Tutti sanno che si guida a destra, giusto? Bene, per un terzo della popolazione del nostro pianeta non è così: in Inghilterra, in Australia o in Sud Africa, ad esempio, la gui- da è a sinistra. Quello che per qualcuno è scontato, per un altro può non esserlo. Dopo un lungo percorso di formazione profes- sionale e anni di esperienza, il dentista corre il rischio di consi- derare ovvie alcune questioni di fronte ai suoi pazienti. Tuttavia, esiste sempre un divario di conoscenze tra denti- sti e pazienti. Questa differenza, chiamata nel mondo del mar- keting “information gap”, può essere maggiore o minore, ma nel 99% dei casi è reale. Per questo motivo è necessario accertare il livello di conoscenza del paziente prima di iniziare il trattamento ed essere chiari nelle spiegazioni, tanto quanto basta per essere capiti. Tradurre la lingua del paziente Superare questo “information gap” sembra facile, ma in realtà non lo è. Disporre delle giuste informazioni è essenziale per prendere decisioni. Il paziente che rifiuta il preventivo di un trattamento non lo fa solo a cau- sa dell’aspetto economico, ma magari perché non ha ricevuto informazioni sufficienti o non è stato in grado di comprenderle. Trasmettereleinformazioniin modo che l’interlocutore capisca, e farlo in maniera appropriata, è una scienza complessa. Il dentista ha a che fare con persone che non sanno quasi nulla di salute orale. Pertanto, per parlare con un paziente biso- gna mettere da parte l’orgoglio professionale, porsi alla stesso livello del paziente e utilizzare le conoscenze pedagogiche e psi- cologiche che si possiedono. Solo così si potrà informare, insegna- re, educare, convincere e moti- vare il paziente. L’obbligo professionale è quel- lo di aiutare il paziente, la perso- na con meno conoscenze. Il dentista dovrebbe tradurre i termini medici e scientifici in un linguaggio comprensibile. Si tratta di semplificare e spiegare finché il paziente riesce a com- prendere. I più esperti in reto- rica terminano questo processo chiedendo al paziente di spiega- re a parole proprie il problema o il trattamento, per essere sicuri che abbia capito. Far capire le ragioni della cura è una cosa, suscitare un consen- so positivo è un’altra. Quante decisioni sono basa- te su un’impressione? Oppure su argomentazioni irrazionali, come il design di un divano o il colore di un’auto? Durante il dia- logo con il paziente si deve tener conto di questi aspetti subcon- sci ed emozionali. Un modo per fare questo senza parlare delle problematiche attuali, è quello di evidenziare i miglioramenti che il trattamento odontoiatri- co apporterà. Offrire una pro- spettiva positiva e una visione del futuro spesso ha effetti più duraturi che utilizzare la tecnica della paura o del dolore. Non si tratta di spaventare, ma di moti- vare! Perché, ad esempio, non offrire al paziente che decide di cambiare una protesi rimovibile unacenaperduecomeincentivo? Le sensazioni Le moderne tecnologie per- mettono di visualizzare i proble- mi affinché il paziente capisca meglio. La telecamera intraora- le, per esempio, non è solo uno strumento di lavoro per il den- tista, ma anche di marketing di prima qualità. Tuttavia, pochi dentististampanol’immaginein modo che il paziente possa por- tarla a casa e mostrarla alla sua famiglia, cosa che si può rivelare un metodo utile per coinvolgere il paziente e il suo ambiente. Daniel Izquierdo Hänni, DT Latin-America Il giusto modo di comunicare con il pazienteIl giusto modo di comunicare con il pazienteIl giusto modo di comunicare con il paziente comunicare communicate kommunizieren