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Dental Tribune Italian Edition

9 Italian Edition Anno VII n. 7+8 - Luglio-Agosto 2011 Trends Laser a diodi per il trattamento parodontale: a che punto siamo Fay Goldberg, George Freedman Il concetto dell’utilizzo dei laser dentali per il trattamento della malattia parodontale suscita forti reazioni nella comunità scienti- fica. Ciascuno ha la propria opi- nione ed è sicuro che questa sia quella corretta. L’unica certezza, però, è la confusione generata e la mancanza di chiare direttive sul concetto di Terapia Parodontale Laser Assistita (LAPT). Molta di questa incertezza deriva dal fatto di non confrontare “mele dello stesso cesto”, in termini di tipi di laser utilizzati, e dal modo in cui sono strutturati gli studi. Alcuni laservengonousatiinmodospeci- fico per il trattamento del tessuto molle. Tra questi vi sono i laser al CO2, Nd:YAG e a diodi. Altri pos- sono essere usati sia applicazioni suldurosiasuquellomolle.Questi sonoilaserEr:YAGeEr,Cr:YSGG, e ciascuno deve essere confronta- to nell’ambito della propria cate- goria. Molti di questi laser hanno dimostrato di fornire vantaggi per il trattamento parodontale. Al fine di ottenere un elemento di chiarezza e semplicità su questo argomento molto complicato, il seguente articolo tratta esclusiva- mente l’uso del laser a diodi per il trattamento parodontale. Uno strumento specifico Il laser a diodi è diventato uno strumento importante in ambito dentale, grazie alla sua eccezio- nale facilità di impiego e al costo abbordabile. Esso ha anche van- taggi fondamentali per quanto riguarda il trattamento parodon- tale. Il laser a diodi è bene assor- bito da melanina, emoglobina e altri cromofori che sono presen- ti nella malattia parodontale(1) . Quindi, il diodo mira in modo specifico i tessuti gengivali mala- ti. L’energia laser viene trasmessa tramite una sottile fibra che può facilmente penetrare nelle tasche parodontali profonde per esplica- re i suoi effetti terapeutici. Ladichiarazionedell’American Academy of Periodontology del 2002 relativa al curettaggio gen- givale(2) afferma che “il curet- taggio gengivale, eseguito con qualsiasimetodo,dovrebbeessere considerato come una procedura che non ha alcun vantaggio addi- zionale al solo SRP nel tratta- mento della parodontite cronica”. Afferma anche che tutti i meto- di concepiti per il curettaggio “hanno lo stesso scopo, ovvero la completa rimozione dell’epitelio” e che “nessuno di questi metodi alternativi ha un vantaggio clini- co o microbico rispetto alla stru- mentazione meccanica con una curette”. Questa era la scienza nel 2002. Altri studi recenti hanno dimostrato che la strumentazio- ne dei tessuti molli parodontali con un laser a diodi porta a una completa rimozione dell’epite- lio, mentre la strumentazione con curette convenzionali lascia significativi residui epiteliali(3) . Uno strumento efficace Battericida La malattia parodontale è una malattia infiammatoria cronica causata da un’infezione batteri- ca. Quindi, l’effetto battericida e disintossicante di un tratta- mento laser risulta vantaggioso nella terapia parodontale(4) . L’ef- fettiva azione battericida del laser a diodi è stata ampiamen- te documentata(5-8) . Inoltre, vi è una significativa soppressione di A. Actinomycetemcomitans, un batterio invasivo che si asso- cia a forme aggressive di malat- tia parodontale che non possono essere trattate facilmente con il detartraggio convenzionale e la levigatura radicolare (SRP). L’A. Actinomycetemcomitans non è presente solo sulla superficie radicolare malata, bensì invade anche i tessuti molli adiacenti, rendendo difficile rimuoverlo con la sola strumentazione parodon- tale meccanica(7,9,10) . DT pagina 10